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Supernova 
Parole di Emanuele Lucci ~ Illustrazione di Beatrice Nicolini
Posted in Narrazioni on 6 Aprile 2023 3 min read
Fumi-E Previous Sparire Next

Ho letto che il Big Bang, a discapito del nome altisonante, non è stato un evento particolarmente rumoroso. O meglio, non lo sarebbe stato per un ipotetico orecchio umano. Basse frequenze perlopiù. Esteticamente invece niente da ridire. L’infinità di ciò che esiste, compressa in un solo, minuscolo punto, sempre più instabile. Una spintarella finale e BOOM. Talmente boom che dopo 14 miliardi di anni l’universo ancora si espande.
Ora, so che al tempo non si poteva realmente parlare di “tempo”, ma vorrei che provaste a immaginare l’istante appena prima del boom, quando l’intera realtà consisteva di quell’unico centro gravitazionale, e fuori di lì il nulla. Non il vuoto, attenzione, il nulla. Inesistenza. Un silenzio così muto e sordo che oggi difficilmente potremmo comprenderlo.

Ecco, io in questo momento sto sperimentando sulla mia pelle qualcosa che forse somiglia a quel primordiale silenzio. Mi trovo in uno stato di quiete trasversale, così improvvisa e inaspettata che solo dopo qualche secondo mi accorgo di essere in apnea. Riemergo dal libro che ho in mano, tendo l’orecchio, prendo fiato. Attorno a me c’è stasi, sia visiva che uditiva. Percepisco l’aria, immobile sulla superficie della mia pelle. Nella sala vedo varie persone, ma nessuna di queste appare sorpresa o turbata. Possibile che solo io mi renda conto del miracolo a cui stiamo assistendo? Che si siano allineati i pianeti, o sincronizzati i respiri? Non lo so. Solo una cosa mi è chiara: se prima d’oggi credevo di sapere cosa fosse il silenzio, mi sbagliavo. Questo, è il silenzio. Eppure:

«Shhhh…» — il viso inespressivo della bibliotecaria fa capolino da dietro lo schermo del pc. Scruta la sala con falso interesse, poi torna a nascondersi.

BOOM.

Perché, signora della biblioteca? C’era una pace che neanche nei più ottimistici sogni di Gandhi, un silenzio che neanche nel nome del preside di Hogwarts, e tu: “shhhh”. Cos’è, non stavi facendo abbastanza per guadagnarti la giornata? Da troppo tempo non dicevi la tua? Il tuo Windows98 senza internet non ti intratteneva più? Ti pagano a “shhhh”?
E che cristo però, scusa se mi permetto, signora della biblioteca.

Vediamo se indovino… tu sei di quelle persone che sistemano i libri seguendo ogni arbitrario ordine fuorché quello alfabetico?
Sei di quelle che tutti gli e-reader si chiamano Kindle e tutti gli smartphone si chiamano iPhone?
Che “se tutti avessero la Smart ci sarebbe più parcheggio”?
Che “me la prendo comoda tanto ormai ho fatto tardi”?
Che “se butto nell’indifferenziato non sbaglio mai”?
A domanda “sì o no” rispondi “ok”?
Sali senza prima far scendere?
Suoneria alta sempre?
Nessun oggetto?
CAPS-LOCK?
Sì, signora della biblioteca, secondo me sei una di quelle persone.

Grossolana che neanche Hulk. Fuori luogo che neanche Tarzan. Conformista che neanche Don Matteo. “Shhh”. Ti sei trasformata nella tua nemesi. Te ne sei accorta, signora della biblioteca della frazione del paesino in provincia di altrove? Supereroina dalle 15 alle 19 ma alle 17:30 dobbiamo già iniziare a riconsegnare i libri? Quale trauma infantile ha innescato la tua genesi? Hai litigato col Gimmi Ridimmi? T’hanno menata col Cantatù? T’hanno fatto la cura Ludovico con La Sirenetta?

Dio invano, signora della biblioteca.

Che c’è adesso? Ah, io devo abbassare la voce? Divento volgare? Chiami le guardie?
Non serve, signora della biblioteca, me ne vado da me.
Tieni, riprenditi Breve Storia del Tempo, tanto stavo solo guardando le figure.
E riprenditi pure la tessera col mio nome sopra.
Dai fuoco a entrambi se vuoi.
Nazista repressa.

di Emanuele Lucci

Emanuele viene dal mondo della sceneggiatura. Questo dice, ma in realtà viene da Frascati. Ultimamente si è un po’ stufato di scrivere i video, così ha deciso di mettersi a scrivere. Perciò, ahimè, eccolo qua.

Illustrazione di Beatrice Nicolini

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