Waste è il pensiero laterale.
Le fogne che scorrono nel sottosuolo della città.
È la pioggia torrenziale che spazza via tutto il lerciume dalle strade.
È la sporcizia che su quelle strade marcisce.
Il gin tonic per colazione.
Ooooooaaaaaaaahhhhhhh.
La tisana in discoteca.
È l’orologio rotto che segna l’ora giusta quando nessuno sta guardando.
La sigaretta che arriva quando accendi l’autobus.
Il vampiro che mangia spaghetti aglio, olio e peperoncino.
Il traffico nel deserto.
È il riflesso in uno specchio rotto.
È la punta dello scoglio dove riposano i paguri.
Un porto franco, dove la ciurma ammutinata può scendere libera e gozzovigliare;
ma anche la deriva, il galleggiamento in bonaccia e lo scafo che resiste in tempesta.
In altre parole: la liberta del penziero, purchè sezna refusi.
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